Covid-19: per Fase 2 Milano punta anche sulle bici

La Fase 2 e probabilmente la Fase 3 dell’emergenza Covid-19 a Milano saranno caratterizzate dal prepotente ritorno del mezzo privato ma anche di un maggiore uso della bici. La Fase 2, che scatta proprio all’inizio della stagione più calda, sembra perfetta per un maggiore utilizzo della bicicletta al posto di mezzi pubblici per i quali restano gli interrogativi sul rispetto dei divieti di prossimità.
Intanto, la chiusura delle scuole fino a settembre renderà meno gravoso un maggiore utilizzo delle auto private. Le Aree B e C dovrebbero restare sospese per alcuni mesi. Ma i progetti per una Milano ecologica e basata sul trasporto pubblico e integrato sono solo rinviati.
All’auto privata potrà accompagnarsi il mezzo a due ruote più ecologico e più salutare.

Se in altre città, su tutte la Napoli di De Magistris, l’esplosione del fenomeno è un fatto recente, a Milano la bici è da decenni il mezzo di trasporto preferito da tanti. Una volta i nemici principali erano lo smog e la nebbia; il primo si è ridotto nonostante i continui sforamenti dei livelli di polveri sottili, la seconda è praticamente scomparsa nelle ore diurne. E così a scoraggiare i ciclisti sono soprattutto i furti, un fenomeno al quale non si riesce a porre un freno.

TRASPORTI PUBBLICI A RISCHIO

L’emergenza Covid-19 costringerà però a ripensare il sistema di trasporto nei grandi centri urbani. L’uso delle bici nelle città pianeggianti è auspicabile per ridurre inquinamento e traffico, almeno nei mesi estivi. Qualche problema in più arriverà a settembre con la riapertura delle scuole e in autunno con l’arrivo della stagione più piovosa.

Ma per Fase 2 Milano punta anche sulle bici. Si tenta di accelerare i progetti di implementazione di piste e corsie ciclabili che collegano il centro alla periferia. L’assessore Marco Granelli ha già ottenuto l’ok di associazioni, commercianti e altre categorie coinvolte; se non vi saranno ostacoli burocratici è possibile che gli interventi per la realizzazione della ciclabile Porta Venezia-Sesto Marelli partano in tempi brevissimi.

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Non ci sono lavori strutturali particolari e verrà modificata solo la segnaletica per spostare le aree di parcheggio a raso un metro più al centro della strada allo scopo di disegnare la pista ciclabile, una per senso di marcia. Tutto abbastanza semplice su corso Buenos Aires nella tratta Porta Venezia-Loreto nonostante la notevole quantità di incroci da disciplinare. Qualche problema in più potrebbe sorgere per la realizzazione dell’opera sul primo tratto di viale Monza, da Loreto a Turro, dove sono diversi gli spazi per i parcheggi “a spina di pesce” e dove la carreggiata è stretta e il traffico piuttosto sostenuto.

La nuova pista consentirà anche una facile interconnessione con la ciclovia della Martesana che potrebbe diventare una sorta di “superstrada del velocipede” molto utile a raggiungere il centro da tutta la periferia nordorientale.  Dal quartiere Adriano alla Stazione Centrale, per esempio, sono 5 km esatti quasi tutti sulla Martesana. In bicicletta ad una velocità moderata sono appena 15 minuti, 5 in meno del tempo medio necessario con la metropolitana.

I PROGETTI FUTURI A NORD E A OVEST

Sono diversi i progetti in cantiere: uno riguarda viale Zara e viale Fulvio Testi, altra arteria di collegamento fondamentale per i residenti dell’Area Nord. In questo caso dovrebbero essere utilizzati i controviali per facilitare l’uso delle bici. La velocità massima sarà ridotta a 30 km/h per ridurre i rischi. E un altro progetto riguarda il collegamento tra il capolinea della M1 di Bisceglie e piazzale delle Bande Nere anche in questo caso con lo spostamento delle aree di sosta più al centro della carreggiata.

BIKE SHARING E MONOPATTINI

Lo scenario in via di definizione rilancerà anche il bike sharing?  E’ datato fine 2018 il flop di Ofo, una delle aziende che avevano inaugurato il servizio a Milano solo qualche anno prima. E se per Fase 2 Milano punta anche sulle bici, forse si arriverà ad una decisione definitiva anche sull’utilizzo dei monopattini elettrici, bloccati e sbloccati da contorti regolamenti e una burocrazia che rischia di essere, come spesso accade, un fardello intollerabile in un momento di crisi senza precedenti.

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