TAV: i due incidenti più gravi in appena 20 km

Si sono verificati entrambi alle porte di Piacenza i due incidenti ferroviari più gravi nella storia dell’Alta Velocità in Italia. Il deragliamento che questa mattina all’alba ha provocato due morti e una trentina di feriti lievi a Livraga, nel Lodigiano, segue quello più grave di 23 anni fa, meglio conosciuto come “strage del Pendolino“. Nel pomeriggio di domenica 12 gennaio 1997 il treno Milano-Roma deragliò poco prima della stazione di Piacenza provocando la morte dei due macchinisti, di due agenti della Polfer, di due hostess e di due passeggere. I feriti, quasi tutti viaggiatori delle prime carrozze che si ribaltarono, furono 29; tra loro anche Francesco Cossiga, l’ex presidente della Repubblica che stava tornando a Roma.

Cossiga viene soccorso dopo l’incidente

Quell’incidente fu provocato quasi certamente dall’eccessiva velocità in un tratto interessato dalla curva più stretta dell’intera rete TAV italiana. Il fatto colpì molto l’opinione pubblica anche perché le ferrovie erano finite nell’occhio del ciclone in seguito ad un’inchiesta sull’allora amministratore delegato Lorenzo Necci. Una buona fetta di italiani apprese dell’incidente mentre si trovava allo stadio. Per la morte di quelle otto persone si è celebrato un processo che ha portato al proscioglimento di tutti i dirigenti di Trenitalia.

TAV AD ALTI STANDARD DI SICUREZZA

La Tav resta una delle ferrovie più sicure nonostante l’altissima velocità dei treni: il pendolino deragliato a Piacenza era già omologato per raggiungere i 250 km/h. Da anni si attende l’autorizzazione a viaggiare oltre i 300 km/h. In 25 anni si sono verificati solo tre incidenti con vittime: il terzo risale al marzo 1998 quando un pendolino tamponò un treno regionale provocando un morto e 42 feriti. L’incidente di Livraga non ha avuto conseguenze più gravi sia perché il Frecciarossa era quasi vuoto, sia per le misure di sicurezza che prevedono che al deragliamento della motrice il resto del convoglio si stacchi automaticamente per limitare i danni. In questo caso ha funzionato perfettamente.

I PRINCIPALI DISASTRI SULLE LINEE REGIONALI

I disastri ferroviari più gravi riguardano i treni regionali: l’ultimo grave è datato gennaio 2018 alle porte di Milano. Il regionale Cremona-Porta Garibaldi deragliò all’altezza di Pioltello provocando tre morti e decine di feriti; l’incidente sarebbe stato provocato da una manutenzione approssimativa di un binario.
Il fatto più rilevante dello scorso decennio è accaduto nel luglio del 2016 in Puglia quando due treni della Ferrotramviaria si scontrarono in un tratto a binario unico tra Andria e Corato. Il bilancio fu drammatico: 23 morti e 57 feriti, quasi tutti studenti e lavoratori pendolari. L’incidente aprì una polemica feroce sullo stato delle ferrovie italiane.

LE FRECCE UNISCONO MA DIVIDONO L’ITALIA: BOOM DEL PIL NEI CAPOLUOGHI CON AV

L’incidente arriva a pochi giorni dalla pubblicazione di uno studio dell’Università Federico II di Napoli sull’importanta della Tav in Italia. In pratica le 12 città collegate dai treni Tav crescono molto di più di quelle che sono fuori da questo “circolo” servito dai 303 treni superveloci. Nelle regioni più ricche le città dotate di stazione Alta velocità hanno visto crescere il Pil del 10% nel decennio 2008-2018 contro il 3% delle province che hanno una distanza superiore alle due ore da una stazione. Ben sette i punti di differenza.
Nelle regioni meno ricche le città con stazione Altà Velocità sono cresciute dell’8% contro lo 0,4% dei capoluoghi distanti più di due ore. Oltre sette punti e mezzo di differenza.
La Tav ha anche creato un nuovo pendolarismo tra grandi centri, in particolare sulle tratte Roma-Napoli e Torino-Milano. Molti napoletani che lavorano a Roma si sono trasferiti nuovamente nella città d’origine preferendo la strada del pendolarismo. E tra pochi mesi il Frecciarossa diventerà internazionale collegando in appena 6 ore Milano e Parigi (leggi).

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