Epic fail di Google sull’Autobrennero: è solo l’ultimo caso che fa riflettere sull’uso spinto delle tecnologie
Non c’è solo l’eclatante episodio dell’A22 del Brennero a far riflettere sull’efficacia dell’intelligenza artificiale in alcuni settori. Quanto accaduto il 30 maggio su Google Maps è comunque senza precedenti in termini di dimensioni del fenomeno e di impatto sul traffico: i navigatori avevano indicato l’Autobrennero chiusa in direzione del Confine di Stato provocando ingorghi paurosi all’uscita di Vipiteno poco dopo l’omonima barriera e sulla Statale 12d del Brennero.
Sulla vicenda era intervenuto anche il Ministero delle Infrastrutture con una nota ufficiale che aveva smentito la chiusura del tratto incriminato, ma ormai il pasticcio “Brenner-fail” era fatto. L’episodio non è stato ancora chiarito del tutto, ma secondo una ricostruzione che ben si adatta ai fatti l’applicazione Google Maps avrebbe male interpretato una ordinanza che vietata il transito dei soli mezzi pesanti in territorio austriaco a causa della festività del Corpus Domini. Su Maps la chiusura con uscita obbligatoria a Vipiteno era per tutti e non solo per i camion con peso superiore alle 7,5 tonnellate. Ed è qui che sorgono dubbi sulla reale capacità dell’intelligenza artificiale di essere davvero intelligente.
IL BIS POCHE ORE DOPO A NAPOLI
Come detto, però, non è stato l’unico caso. La storia, anche recente, è piena di errori provocati dal malfunzionamento di Google Maps. Il secondo era già accaduto 24 ore dopo i fatti di Vipiteno ed aveva riguardato le strade della provincia di Napoli. Alle 7 del mattino di venerdì 31 maggio molte apparivano chiuse (nella foto in alto) e i navigatori consigliavano percorsi alternativi alla Domitiana, alla Superstrada Giugliano-Marcianise e addirittura all’A16 Napoli-Canosa nel tratto tra Pomigliano d’Arco e l’allacciamento con l’A30.
Secondo i bene informati, il tutto potrebbe esser dipeso da qualche modifica dei criteri di Google Maps che non ha fatto rilevare una sufficiente presenza di traffico in quelle aree così da pensare che fossero chiuse. Qualcosa del genere era accaduto nel novembre del 2020 quando la nuova ondata di Covid aveva portato alle nuove e discusse restrizioni in diverse regioni; il traffico si era nuovamente ridotto e diverse autostrade sembravano chiuse. La vicenda aveva anche in quel caso alimentato dubbi sull’uso dell’intelligenza artificiale (https://www.radiotraffic.it/google-maps-in-tilt-nelle-zone-rosse-tante-strade-sembrano-chiuse/).
Celebre anche l’episodio che riguardò la Sardegna dove alcuni residenti delle aree rurali avevano apposto eloquenti cartelli (nella foto a destra) per sconsigliare i percorsi consigliati da Google Maps. Era successo dopo che alcuni mezzi pesanti erano finiti in strade sterrate e strettissime (https://www.radiotraffic.it/in-sardegna-cartelli-anti-google-maps-non-fate-quella-strada/).
IL BERLINESE BURLONE A SPASSO CON CARRELLO E TELEFONI
Ma l’episodio più divertente è datato febbraio 2020: un artista tedesco specializzato in tecniche digitali si era fatto beffa di Google Maps andando in giro per Berlino con un carrello pieno di smartphone a passo d’uomo, quindi lentissimo. Così facendo aveva ingannato l’applicazione che in quei tratti indicava traffico intenso (rosso) e consigliava di scegliere altri percorsi. (https://www.radiotraffic.it/berlino-beffa-google-maps-con-carrello-pieno-di-smartphone/)
In sostanza, nessun pregiudizio nei confronti della tecnologia spinta, ma in alcuni contesti – la viabilità in tempo reale ne è esempio lampante – non si può prescindere dal giudizio umano. Affidarsi sempre e solo ai navigatori non è sufficiente sia per quanto detto in merito ai citati epic fails, sia perché, come spesso sottolineato dai pannelli, “quando guidi guida e basta”.
Dario De Simone